Incastonato tra le colline toscane esiste un vero e proprio gioiello dell’architettura orientalista. Si tratta del Castello di Sammezzano, a Reggello, a soli 30 km da Firenze.
La villa così come la vediamo oggi risale al XIX secolo. A volerla fu il Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes D’Aragona, grande uomo di cultura con la passione per il Medio e l’Estremo Oriente.
Gli interni del palazzo
Le sale interne dell’edificio sono divise per tematiche. La più famosa è in assoluto la sala da pranzo, chiamata “Sala dei Pavoni”, di ispirazione indiana. La bellezza di questa stanza lascia ogni visitatore senza fiato in quanto è decorata con infiniti archi e disegni di mille colori.
Un’altra parte del castello molto apprezzata è la Sala Bianca, che è anche la stanza più grande. Di forma ottagonale e strutturata su due piani, ricorda moltissimo gli edifici della Spagna islamica. Lungo tutto il perimetro corre un porticato con capitelli a muqarnas, tipici dell’architettura araba che in Europa li troviamo, appunto, solo nella Alhambra di Granada. Anche il soffitto è molto particolare: la grande cupola bianca decorata in arabeschi, è perforata da grandi finestre ovali che creano dei giochi di luce incredibili sulle pareti.
All’interno del Castello niente è lasciato al caso, ogni dettaglio è stato progettato nei minimi particolari dal Marchese, che ha inserito anche innumerevoli citazioni in varie lingue. Purtroppo, lui non visitò mai i luoghi lontani per i quali provava tanto amore, ma si circondò delle loro bellezze.
Visitare il Castello di Sammezzano
Oggi il Castello di Sammezzano non è aperto al pubblico, se non per eventi rari e programmati, poiché è al centro di una diatriba legale. Quest’anno pochi fortunati sono riusciti a visitare la tenuta durante le Giornate FAI di primavera del 15 e 16 Maggio.
Speriamo che presto la struttura diventi accessibile a tutti: è un peccato tenere nascosto questo gioiello da Mille e Una Notte!