Il marmo di Carrara è uno dei prodotti più emblematici della Toscana.
E’ universalmente noto come uno dei marmi più pregiati, grazie alla sua caratteristica fattura bianca con venature grigie e nere. Questo minerale pregiato viene estratto dalle Cave di Carrara, che si trovano all’interno delle Alpi Apuane, ricoprendo però solo il 2% della loro intera superficie.
La storia
La scoperta dei giacimenti marmorei di Carrara risale al 155 a.C. circa.
Con i Romani si sviluppò l’attività estrattiva vera e propria, infatti era utilizzato per le maggiori costruzioni pubbliche di Roma e le dimore patrizie.
L’esportazione avveniva via mare, tramite il porto di Luni, per questo motivo i romani lo chiamavano anche Pietra di Luni.
Nei secoli questo materiale ha attirato l’attenzione di numerosi artisti e mecenati, come Nicola Pisano che selezionò personalmente il marmo per la realizzazione del pulpito del duomo di Siena nel 1256.
Il periodo che ha segnato il più grande successo del marmo di Carrara è stato il 1400, in cui tantissimi artisti come Donatello, Bernini, e Michelangelo lo scelsero per realizzare le loro grandi opere.
In particolare, nel 1497, Michelangelo si recò alle cave di Carrara per scegliere il “marmo più puro” col fine di realizzare quelle che sarebbero diventate due delle sculture più importanti della cultura italiana: il David e la Pietà.
Ad oggi il marmo di Carrara è un materiale molto versatile, che dona prestigio in ogni occasione in cui viene utilizzato. La sua bellezza lo ha reso particolarmente adatto per la realizzazione di elementi d’arredo, urbanistica ed edilizia, oltre che per l’arte.
E’ inoltre impiegato con successo anche per conservare gli alimenti. Da esso infatti si ricavano le conche utilizzate per la preparazione del famoso lardo di Colonnata. Di marmo sono anche i mortai dove pestare i tipici ingredienti del pesto alla genovese.